18 Respiri profondi – Video di Rabbi Avraham Sutton
Traduzione Miriam Oryah Ghiladi
Rabbi Nachman suggerì di fare la mattina presto al nostro risveglio la pratica di diciotto respiri profondi. Diciotto è infatti un numero altamento simbolico, infatti è la ghematria (valore numerico) della parola ebraica, chai, vita, l’essere vivi.
Facendo dei respiri profondi inspiriamo efficacemente vita ed espiriamo le tossine accumulatesi nel nostro corpo. Questa è una forma nota di meditazione che ci insegna ad inspirare vita e ad espirare le tossine, i veleni fisici e psicologici che abbiamo accumulato in noi. Quando inspiriamo immaginiamo i nostri corpi riempirsi di vita, usiamo il nostro stomaco respirando giù nelle parti più profonde di noi stessi e poi espiriamo cercando di dilatare la gola per rallentare la nostra espirazione.
Tutto questo ha un profondo effetto su di noi, perchè la nostra vita, la nostra mente, si riempiono di luce. Questo ci serve per connetterci sempre più profondamente a quella cosa incredibile chiamata vita o respiro.
Neshimà è l’inspirazione e neshifà è l’espirazione. Neshimà è connessa a neshamà (anima, in ebraico) e anche neshifà è connessa all’anima nefesh. Nella Torah è detto che Dio soffiò nelle narici di Adamo una nishmat chaim, che si può letteralmente tradurre in “soffio di vita” o “soffio di vita dell’anima”: ma questo non accadde una volta sola, Dio soffia costantemente dentro di noi il suo respiro vitale.
La terra intera respira, basta vedere delle foto della biosfera per capire come essa funziona: è un sistema respiratorio dove tutto interagisce allo stesso tempo, tutto fa parte di un grande intero armonico: gli oceani, l’atmosfera, il biossido di carbonio, il processo fotosintetico, il respiro della creazione, il respiro del pianeta terra, l’atmosfera intorno a noi,la sfera protettiva che ci circonda, e via via ancora più in alto.
La vita su questo pianeta terra è un miracolo, il fatto che essa ruoti ad una velocità di 100.000 km all’ora e che noi ci muoviamo con essa ad una grande velocità senza accorgercene, tutte queste cose che la scienza ha cominciato a rivelarci, era già tutto contenuto e nascosto nella lingua ebraica. Ad esempio la parola eretz, terra viene dalla radice ratz, correre. Eretz è anche la radice della la parola earth, terra in inglese. Ratzatz è un oggetto compatto che corre: la terra.
Ciò che la scienza ha appena cominciato a scoprire e che è ormai diventato un fatto fisico faceva già parte da millenni della nostra tradizione secreta basata sulla conoscenza divina. Questo è il modo in cui tutto funziona, ciò che prima era nascosto viene adesso rivelato, ma non bisogna darlo per scontato. Tuttaltro, occorre entrare nel mistero della vita, trovarsi nel mistero, e respirare è uno dei modi migliori per farlo.
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