Kitvei Arizal, Anatomia della creazione
Rabbi Yitzchak Luria – Kitvei Ari – Scritti dell’Arì
Anatomia della Creazione – dai Kitvei Arì, Rabbi Chaim Vital.
Traduzione dall’ebraico e commento di Rabbi Avraham Sutton
In principio, Dio creò i cieli e la terra… (Genesi 1:1)
Anche nell’Uomo ci sono la “terra” e il “cielo. Il diaframma [esattamente al di sotto del plesso solare] divide gli organi della respirazione [il sistema respiratorio] dagli organi della digestione. Nell’universo, questo [diaframma] corrisponde al firmamento [atmosfera] sopra la terra.
Il diaframma è visto dunque come la separazione tra gli aspetti più spirituali del corpo [il “cielo”] e gli aspetti più bassi e fisici [la “terra”]. La Torah indica chiaramente che i “vestiti” non sono l’Uomo …
Sopra [al diaframma] ci sono il cuore, i polmoni, il cervello etc., mentre sotto ci sono gli [organi] fisici. Quindi la parte superiore di un essere umano è “celeste,” mentre quella inferiore è “terrena”. In tal senso, l’uomo è un mondo in miniatura (olam hakatan).
Questo si può vedere anche nel versetto: “Facciamo l’Uomo a nostra immagine e somiglianza (Genesi 1:26), dove la Tzelem [“immagine”] divina si riferisce all’anima dell’uomo. L’anima, in altre parole, è ciò che la Torah chiama [il vero] uomo [Adam]. Un altro versetto lo conferma: “Non ungere la carne di un uomo…” (Numeri 30:32). La Torah indica chiaramente che i “vestiti” non sono l’uomo.
All’inizio di Shaarei Kedusha, le Porte della Santità, Rabbi Chaim Vital scrive:
È noto ai maestri delle scienze che il corpo di una persona non è la sua essenza [ma è invece un veicolo per l’anima]. Il corpo viene quindi chiamato “la carne dell’uomo, come dal versetto: “Copri [la mia essenza] con pelle e carne, e circondami con ossa e nervi ” (Giobbe 10:11). È anche scritto: “Non ungere la carne di un uomo…” (Numeri 30:32). L’essere interiore è il vero Sè, mentre il corpo è semplicemente un vestito …
[In entrambi questi versetti] troviamo che l’essere interiore è il vero Sè, mentre il corpo è semplicemente un vestito con il quale l’anima ricopre se stessa mentre [dimora] in questo mondo. Al momento della morte, quando l’anima si distacca, il vestito viene tolto, e l’anima viene vestita con una veste spirituale puro e pulito. È così scritto: “Togliete i vestiti sporchi…..e sarete avvolti in vestiti belli” (Zaccaria 3:4); questi “vestiti belli” sono il “manto rabbinico” [chiamato in aramaico “chaluka d’rabbanan”, o corpo energetico spirituale con cui viene avvolta l’anima prima di entrare in Paradiso, o Gan Eden in ebraico].
Proprio come un sarto taglia e cuce un vestito su misura per qualcuno, allo stesso modo Dio, il Santo Uno Benedetto, prepara il corpo-veste per rivestire l’anima. E proprio come un vestito tragliato su misura, allo stesso modo il Santo Uno Benedetto prepara il corpo secondo il modello dell’anima. Il corpo ha dunque 248 organi/membra, insieme ai 365 vasi sanguigni che collegano gli organi, trasportando il sangue all’organismo da un vaso all’altro, come un sistema di condutture.
In riferimento al corpo, il versetto dice: “Facciamo …” [indicante il livello di Asiya]. Perchè il corpo è fatto della materia fornita dal mondo fisico. Lo stesso è [parzialmente] vero per gli angeli. Quando discendono nel nostro mondo inferiore, anch’essi devono “rivestirsi” in corpi conformi alle leggi di questa dimensione materiale.
Riguardo la capacità degli angeli di “rivestirsi” sotto forma fisica, il Sefer haZohar dice: “È stato fissato: questi [angeli sono capaci di esistere in questo mondo perchè] appaiono agli esseri umani sotto sembianze umane. E se doveste chiedere: Come fanno a trasformarsi? Essi si trasformano attraverso molti colori [frequenze di energia]. Quando sono pronti a scendere sulla terra, si rivestono [prendono la struttura molecolare della] atmosfera della terra, ed appaiono come esseri umani.” (Zohar I:58a)
In un altro punto, lo Zohar fa un collegamento importante tra la discesa degli angeli nel nostro mondo e il modo in cui (le nostre anime) ascendono nella dimensione spirituale: “[Al momento della morte] lo spirito [Ruach] si separa [e si spoglia] dall’anima inferiore [Nefesh] al fine di [salire ed] entrare nel livello inferiore del Giardino dell’Eden/o Paradiso [il mondo di Yetzira]. Lì si “riveste” nell’atmosfera di quel Giardino, esattamente nella maniera opposta rispetto a quella in cui gli angeli superni si “rivestono” nella fisicità quando discendono in questo mondo.” (Zohar I:81a) L’anima si veste nell’atmosfera dei mondi …
Questi angeli sono il livello di Ruach [il mondo di Yetzira] riguardo al quale è scritto: “Egli fa i Suoi Messaggeri-Angeli Spiriti” (Salmo 104:4). Questo significa che Egli fa discendere gli angeli – messaggeri di Yetzirà nel mondo di Asiya-Azione [il mondo fisico] come messaggeri. La Ruach-Spirito dell’uomo, d’altra parte, sale dal mondo fisico al livello inferiore del Giardino dell’Eden e ‘indossa’ l’abito di quella dimensione. [L’anima] viene raffinata lì sperimentando un piacere enorme…
Questo è il motivo per cui i tre angeli che fecero visita ad Abramo sembravano mangiare.
Lo Zohar (I:102a), il Talmud (Bava Metzia 86b), e il Midrash (Genesi Rabba 48:14; Esodo Rabba 47:5) tutti quanti citano il famoso insegnamento che “Non si dovrebbe mai discostarsi dai costumi del luogo che si visita ” (l’equivalente ebraico del detto popolare: “Quando sei a Roma comportati come i Romani”). Riguardo a Mosè è scritto: “Egli rimase lì con Dio [sul Monte Sinai] per 40 giorni e 40 notti senza mangiare pane e senza bere acqua (Esodo 34:28), e “Rimasi sulla montagna 40 giorni e 40 notti, senza mangiare cibo e senza bere acqua (Deuteronomio 9:9). Si interroga il Midrash: è possibile per un essere umano restare senza cibo ed acqua così a lungo [e non morire]? Piuttosto, Moshe salì in cielo dove non c’è cibo, così non mangiò. [Il Midrash aggiunge alla fine del versetto 47:5: Come fece a sopravvivere senza mangiare? Egli fu alimentato dalla luce della Presenza Divina (la Shekhinà). Non siate sorpresi perchè gli angeli in alto che trasportano il Trono Divino sono analogamente nutriti dalla luce della Presenza Divina]. Al contrario, quando gli angeli discesero da Abramo, essi sembrava che mangiassero e bevessero, come è scritto: “Egli stetta accanto a loro ed essi mangiarono sotto l’albero” (Genesi 18:8).
Il Midrash e lo Zohar enfatizzano entrambi: Pensate che quegli esseri celesti mangiarono veramente? Mangiarono soltanto apparentemente! Dal momento che gli angeli sono il fuoco, il cibo si consumò non appena se lo misero in bocca. Per tutto il tempo sembrò che stessero mangiando come normali esseri umani.
Lo stesso vale per l’anima del’uomo. [Per nascere] deve essere vestita nell’atmosfera di questo mondo.
Questo spiega pure perchè il versetto parla al plurale: “Facciamo….” L’anima viene dal Santo Benedetto. [Al fine di essere nati] essa scende e si veste nell’atmosfera dei mondi [o effettivamente si veste “al di sotto” e attraverso le varie atmosfere di ongi mondo/dimensione, ciascuna delle quali contribuisce con un’altra veste con cui l’anima si riveste nel suo approssimarsi alla nostra materiale dimensione fisica dell’esistenza].
[Parlando di questi vari livelli e dei loro abitanti angelici, Dio] dice quindi: “Facciamo un vestito per l’uomo, cioè l’anima, con il quale potra scendere nella dimensione Asiya”. L’uomo sarà “a nostra immagine” [in ebraico “be’tzalmenu”, dalla parola “Tzelem”, che si riferisce all’immagine spirituale degli angeli, e “a nostra somiglianza” [in ebraico “ki’demutenu”], che si riferisce alle vesti fisiche all’intero di cui [gli angeli] si rivestono quando entrano nell’atmosfera di questo mondo.
Vediamo perciò che l’uomo consiste di due aspetti: l’Adam Elyon, l’uomo superiore: l’anima, e Adam Tachton, l’uomo inferiore – il corpo.
[Likutei Torah (Chumash HaAri, Genesi, p. 6)]
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