L'essere umano è stato creato ad immagine divina
La Torah ci dice che l’uomo è stato creato a immagine di Dio: “E Dio creò l’uomo a Sua immagine, a immagine di Dio lo creò” (Genesi 1,27). Uno dei tredici principi della fede ebraica formulati dal Rambam, ci dice però che l’Onnipotente non ha nessunissima immagine o forma fisica.
Come si spiega allora l’affermazione che siamo stati creati a immagine di Dio? Una delle interpretazioni profonde fornite dalla Cabalà ci insegna che la rivelazione dell’Onnipotente avviene tramite dieci manifestazioni particolari in cui il Creatore si relaziona alla Sua creazione. Il Sefer Yetzirah le chiama sefirot, dieci forze spirituali tramite cui il Creatore governa il mondo.
L’uomo, creato per così dire a immagine di Dio, contiene anche lui queste stesse dieci forze spirituali, che hanno un corrispondente nel suo corpo e nella sua anima che riempie e da vitalità al suo corpo.
La Cabalà ci insegna che il corpo dell’uomo ha dieci parti principali, corrispondenti alle dieci Sefirot. Il cranio dell’uomo è Keter (la Corona, la Volontà più profonda dell’uomo, il suo sè), che contiene le tre parti della mente: Chokhmah (Sapienza) nell’emisfero destro, Binah (Intelligenza) nell’emisfero sinistro e Daat (Conoscenza, unione di Sapienza e Intelligenza e sua applicazione pratica) nel cervelletto alla nuca.
Il braccio destro rappresenta Chesed (amore incondizionato) e il braccio sinistro rappresenta Gevurah (forza, restrizione, limitazione, giudizio). Il torace è Tiferet (Luce, verità, misericordia, la giusta fusione tra Chesed e Ghevurà). Le due gambe corrispondono a Netzach (eternità, vittoria, perseveranza) e Hod (splendore, empatia, arrendersi, accettazione). Il brit kodesh, l’organo maschile della riproduzione, è Yesod (Fondamento, sessualità) e l’atarah, la sua corona, è Malchut (regalità, sovranità).
L’uomo, come le sefirot, è stato dotato di un corpo e un’anima. Il corpo è il contenitore e l’anima è la Luce Infinita dell’Onnipotente che la riempie. Allo stesso modo le Sefirot sono contenitore e Luce. Il nome della sefirà è il suo contenitore esteriore e il nome divino associato ad ogni sefirà è la luce/spiritualità che gli dà la vita.
La Sefirah più alta trasmette luce/spiritualità/energia e la sefirà sottostante la riceve in qualità di contenitore/corpo per trasmetterla a sua volta alla sefirà sottostante. Quindi la sefirà più alta è sempre l’anima della sefirà sottostante. Quello che è superiore spiritualmente è sempre l’anima del mondo-contenitore sottostante. In Cabalà viene spiegato inoltre che anche il contenitore apparentemente materiale in realtà è energia/luce che si è ispessita, condensata, nel processo di discesa dei mondi, così come viene confermato anche dalla fisica quantistica moderna.
Nel nostro ritorno alla Luce, all’Infinito, anche questa apparente materialità verrà riconvertita in luce pura, spiritualità autentica e tutto ridiventerà Uno, come era all’origine, solo che questa volta ciascuno di noi sarà consapevole con la sua identità conquistata nel nostro lavoro spirituale in questo mondo.
E questo è anche il nostro compito nella vita, siamo anime discese da una dimensione spirituale superna, e ci siamo incarnati in un corpo per trasformarlo ed elevarlo, tramite le mitzvot della Torah per gli ebrei e per i bene noach.
Le mitzvot sono la nostra connessione all’Infinito, e che ci permettono la devekut, l’attaccamento al Creatore, che è la ragione e lo scopo di tutto.
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