Consapevolezza che tutto viene dall’En Sof Benedetto
Al mattino, gli ebrei appena svegli recitano questa benedizione: “Ti ringrazio con il mio anì (la vera essenza del mio essere), oh Dio Re vivente ed eterno, per avermi restituito la mia neshama (anima divina) con misericordia. La tua fedeltà è molto grande”.
Rabbi Nachman di Breslav dice in Likutei Moharan I che non appena ci svegliamo e apriamo gli occhi [ovvero nel momento stesso in cui la nostra anima ritorna nel nostro corpo], prima di fare qualsiasi altra cosa, bisogna ricordare l’Eternità, cioè diventare coscienti della nostra connessione alla nostra fonte celeste, HaShem, Dio.
Aumentando la nostra consapevolezza di questa connessione subito appena svegli, è molto importante, perché diventa la base per mantenere una consapevolezza costante di Hashem durante tutta la nostra giornata. Infatti, più si è capaci di aumentare questa consapevolezza durante i primi momenti del nostro risveglio, più ci sarà facile farlo durante la giornata.
A poco a poco, con la pratica, potremo espandere la nostra consapevolezza di Hashem molto al di là della consapevolezza superficiale che caratterizza la vita della maggior parte delle persone. La sfida è, infatti, questa: per penetrare al di là dell’apparenza, e capire che ogni pensiero, parole e azione – ogni cosa che pensiamo, ogni parola che diciamo, ogni parola che sentiamo da altri, ogni situazione in cui ci troviamo, come pure quello che noi e altri facciamo in queste situazioni – tutto proviene da Hashem.
In questo modo potremo vedere e considerare profondamente e sapere che non è altro che Hashem, Dio, che fa accadere ogni cosa che ci succede nella vita, ogni giorno. Perché i pensieri, le parole e le azioni sono differenti ogni giorno. È importante perciò sapere che Hashem “restringe” la Sua divinità, la Sua luce, dall’En Sof infinito fino giù in basso nel cuore e nucleo del mondo fisico in cui viviamo e respiriamo, al fine di portare a ciascuno di noi i pensieri, le parole e le situazioni a noi appropriate per quel giorno e in quel luogo.
Hashem usa i pensieri, le parole e le situazioni della vita come mezzi di comunicazione pieni di segni per avvicinarsi a Lui. Perché in tutte le situazioni della vita, Hashem ci da costantemente dei segnali che Lui ci è veramente vicino. Il nostro compito è di stare attenti, guardare e considerare profondamente, con una mente serena e quindi capire questi segnali. Al contempo non bisogna spingersi troppo lontani nel cercare di interpretarli.
Il punto non è di cercare di usare la nostra mente razionale per capire esattamente cosa significhi ogni cosa, perché questo porta confusione. Invece il punto essenziale è di considerare ogni cosa come proveniente da Hashem, approfondire la nostra comprensione che Lui solo è la vera Realtà nascosta dietro ogni realtà, e rafforzare la nostra relazione con Lui attraverso questa consapevolezza.