I Parte Intervista a Rabbi Avraham Sutton, Cabalista di Gerusalemme

31/03/2011 Off di Miriam Oryah

traduzione e adattamento di Mriam Oryah Ghiladi

DOMANDA: Cosa significa oggi essere ebreo?

RISPOSTA: Ci sono tanti livelli dell’essere ebreo. Il livello base è quello di essere nato da genitori ebrei, o quantomeno da una madre ebrea. Il popolo ebraico non vuole forzare nessuno a diventare ebreo, ma quando uno ha un padre ebreo allora questa è una buona ragione per consentirgli di convertirsi.

Ma sia che parliamo dell’essere nato ebreo o di esserlo diventato con la conversione, la cosa più importante è di essere tenuti all’assolvimento dei precetti della Torah (“accettare il giogo del Cielo”). Il giudaismo è un insegnamento completamente volto verso l’azione. Non ci si limita solo a parlare, o a pensare o a meditare: la cosa più importante è praticare ciò che si impara. Ovviamente deve esserci un equilibrio: viviamo in una generazione in cui dobbiamo unire le idee più elevate a quelle più in basso (unire l’anima al corpo).

Noi crediamo che quando il Messia viene, tutta l’umanità sarà innalzata dal suo presente stato. Questo non potrà essere fatto da alcun altro potere, se non quello di Dio, che ci eleverà dal nostro stato presente decaduto. Questo è ciò a cui si riferiva il profeta Isaia (11:9) quando diceva: “La terra sarà piena della conoscenza di Dio, come le acque riempiono i mari”. Dio disse – tramite il profeta Geremia: “Metterò la Mia Torah dentro di loro, iscrivendola sui loro cuori… Un uomo non insegnerà più al suo amico e a suo fratello, dicendo loro: “Conoscete Dio!” Perché tutti Mi conosceranno, dal più piccolo al più grande.” (Geremia 31:32 – 33).

Il popolo ebraico è il portatore di questi insegnamenti. Al momento, anche se non adempiamo completamente all’idea di Yisraél, ne siamo comunque i suoi portatori. Il nome Yisraél è composto da due parole, Yashar El: “Diretto a Dio”. Questo nome ha tanti significati, ma Yashar El significa che questo popolo è direttamente dedicato all’Infinito. Yisraèl rappresenta l’idea che noi (le nostre anime) siamo venuti qui per far svanire l’illusione, per vedere attraverso il velo, per conoscere che soltanto Dio esiste, anche qui, in questo modo.

Il popolo ebraico rappresenta la lotta dell’umanità per diventare Yisraél. Noi siamo i portatori della visione di ciò che può diventare l’umanità, ma ora persino il popolo ebraico manca della comprensione di questa visione.

DOMANDA: Puoi descrivere questa visione?

RISPOSTA: Brevemente. Le nostre fonti antiche affermano il concetto che Gerusalemme e il Monte del Tempio, il luogo dove una volta sorgeva il Beth haMiqdash, il Sacro Tempio, sia il luogo più sacro nel mondo. Questo è il luogo dove la Terra e il Cielo [l’Uomo e Dio]) si incontrano, dove il Cielo discende per dimorare sulla Terra.

Quando Giacobbe ebbe la visione della scala, esclamò: “Come ispira timore questo luogo! Esso non è altro che il Tempio di Dio. È la Porta del Cielo” (Genesi 28:17). Il Tempio è la porta d’entrata – dal piano terreno in cui viviamo – nella dimensione spirituale. Per questo motivo gli ebrei, quando pregano, si rivolgono verso Gerusalemme, dove tutti gli occhi si focalizzano, dove una volta c’era il Tempio.

Ogni essere umano (e a maggior ragione la nostra anima collettiva) è un Tempio di Dio. L’universo nella sua interezza è anch’esso il Tempio di Dio. Ci deve essere un luogo che rappresenti questa idea di spazio, e questo è il Monte del Tempio di Gerusalemme. Nello Zohar esso è chiamato il “Cuore del Mondo”. Andare lì è come recarsi nel mio stesso cuore. Quando ne esco, ho una conoscenza di Dio al di sopra della mente razionale. So che esiste Dio.

È come una cellula del sangue che viaggia attraverso cuore e polmoni, diventando un messaggero, dal cuore verso il resto del corpo. Allo stesso modo, quando noi andiamo nel Luogo del Tempio di Dio sulla Terra, diventiamo un messaggero per il resto del mondo, come disse Isaia (56:7): “La Mia Casa è una Casa di Preghiera per tutte le genti”.

Gli esseri umani possiedono il libero arbitrio. Possiamo anche utilizzarlo per combattere Dio, ma il suo uso più elevato consiste nell’uniformarci alla volontà di Dio. La volontà di Dio è di ri-elevare tutto in Sé stesso, nell’Infinito. Noi (le nostre anime) siamo dovute scendere in questo mondo fisico, per potere avere la possibilità di scelta tra il servire Dio o combattere contro di Lui. Questo mondo è dunque uno stage, affinché gli esseri umani abbiano il libero arbitrio. Il nostro lavoro qui è di realizzare che siamo anime mandate giù dal Cielo per elevare –  trasformandola –  la realtà fisica, per convertire la materia in energia e luce.

DOMANDA: Qual è il ruolo del Mashiach (Messia) ebreo?

RISPOSTA: Dio sta portando la storia ad un rendez-vous, in cui Egli si rivelerà. Un essere umano non basta, abbiamo bisogno di qualcosa di veramente profetico per tutta l’umanità. Questo sarà il segnale dell’inizio dell’era messianica, che preparerà l’umanità all’entrata nel settimo millennio[1], il Grande Shabbat cosmico. Crediamo infatti che la storia si stia avvicinando ad un Grande Shabbat, e che nel corso di tale avvicinamento, l’umanità verrà liberata dalle illusioni perpetuate attualmente dal male e dai manipolatori avidi di potere. Tutta l’umanità sarà liberata dall’illusione che esista qualcos’altro oltre a Dio.

Il Mashiach è un essere umano. Quando raggiungerà la sua pienezza, egli sarà come un parafulmine per noi tutti. Geremia (31:32-33) profetizzò al riguardo quando disse che nessun uomo dovrà insegnare la Conoscenza di Dio al suo amico o fratello. “Invece tutti, dal più piccolo al più grande, Mi conosceranno”.

Stiamo parlando di un essere umano che non dovrà insegnare a nessuno, che sarà come un parafulmine. Tramite il Mashiach noi saremo elevati al di là di quanto possiamo immaginarci. Quando qualcuno si limita ad insegnarci cos’è Dio, questa non è la realizzazione dell’Età Messianica. Niente di quello che ci è arrivato fino ad ora ci ha soddisfatti. La vera Età Messianica sarà quando non esisterà più la possibilità del male, dell’abuso di potere.

Il Messia potenziale esiste in ogni generazione. Nella nostra generazione ci sono sei miliardi di persone sulla Terra. Nonostante l’apparenza del contrario, le condizioni per il salto evolutivo nell’Età Messianica sono oggi perfette.

DOMANDA: C’è qualcos’altro, oltre alla preghiera, che gli uomini possono fare per promuovere questo salto evolutivo?

RISPOSTA: Il lavoro dell’ebreo consiste nell’essere davuk, “attaccato” a Dio, accettando il giogo dei Suoi comandamenti, osservandoli in maniera pura e disinteressata, avere a cuore tutti gli esseri umani, servire Dio amando tutte le Sue creature. Ci sono meditazioni e azioni che l’ebreo deve cominciare a praticare per il suo stesso bene e quello dell’umanità. Il mondo non ebraico dovrebbe stimolare l’ebreo: “tu devi essere ebreo! Devi sapere chi sei, devi conoscere la tua religione, e devi essere praticante. Se non lo sei provochi una distorsione nella creazione”. Noi crediamo che ogni essere sia importante, che ognuno abbia un ruolo unico da interpretare. L’ebreo ha il compito di imparare il significato più profondo della vita tramite la Torah, osservando i suoi comandamenti con devekut, intenzione sincera e attaccamento affettuoso.

[1] Secondo il calendario ebraico siamo oggi nell’anno 5768 dalla creazione del primo uomo e della prima donna, Adamo ed Eva. I 6000 anni che questo mondo è destinato a durare corrispondono ai 6 giorni feriali, dalla domenica al venerdì, in cui dobbiamo lavorare e compiere le correzioni spirituali, che sono la missione della nostra vita . Il Sabato è rappresentato dal 7000 millennio, il Grande Shabbat della Creazione, in cui ci riposeremo e godremo dei frutti del lavoro compiuto.

….continua

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